venerdì 20 dicembre 2013

Il Bivacco Miro Dougan e la Gusella di Aurisina

Nella guida di Carlo Chersi "Itinerari del Carso Triestino" (nell'edizione del 1956, a pag. 20), nel descrivere il porticciolo di Aurisina, Chersi menziona un promontorio sottostante il belvedere di Aurisina (l'altura panoramica a quota 161 a qualche centinaio di metri dalla vedetta Tiziana Weiss), che dice essere stato "per lungo tempo il bivacco di Miro Dougan".

Miro Dougan è stato uno dei maggiori alpinisti triestini. Nato a Trieste il 16 marzo 1891 da famiglia di origine slovena, ebbe come maestro Julius Kugy, con il quale frequentò assiduamente le Alpi Giulie prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Successivamente continuò l'attività in quelle montagne, come testimoniano i numerosi suoi articoli che si trovano nella rivista "Alpi Giulie" della S.A.G. durante gli anni venti e l'inizio dei trenta del secolo scorso. Ha redatto insieme ad Antonio Marussi il primissimo volume della Guida dei Monti d'Italia del C.A.I. (Guida del Gruppo del Montasio), poi continuò l'attività alpinistica insieme al poliedrico Andrea Pollitzer de' Pollenghi (la prima spedizione triestina nel Caucaso - durante la quale scalò l'Elbrus ed altre cime importanti -, l'Alto Atlante in Marocco e la traversata della Lapponia in canoa). Morì a Trieste il 7 aprile 1955. La sua origine slovena e il fatto di aver combattuto la prima guerra con l'esercito austro-ungarico insieme a Kugy gli costarono una sorta di oblio, e dopo la sua morte non ebbe l'onore di venir ricordato con rifugi, cippi e targhe come invece avvenne per altri alpinisti, anche meno forti di lui.

Carlo Chersi prosegue (anch'egli, come sempre molto poeticamente) dicendo che "quando non poteva recarsi a bivaccare nelle Alpi Giulie, Miro Dougan nelle sere d'estate scendeva sul promontorio sotto il Belvedere di Aurisina, cento metri sopra il porticciuolo del Bivio, fra il profumo delle cento piante aromatiche del Carso, e intendeva il lene, ma profondo respiro del grande mare, lo sciacquio dell'onde sulla spiaggia; lo stormire delle macchie, e il fruscio degli sterpi del Carso.
Mai Miro Dougan ha scritto per esprimere la poesia che era in lui (n.d.r.: questo non è vero: Dougan ha scritto, con note quasi poetiche, molti articoli e relazioni sulla rivista Alpi Giulie della S.A.G.). (...) Su quel promontorio la Società Alpina delle Giulie, che lo ebbe socio affezionato per oltre quarant'anni, lo potrà un giorno ricordare".

Non ho localizzato con precisione questo promontorio. Potrebbe trattarsi dello spuntone di roccia (con annessa trincea) che si trova al termine di uno stretto sentierino che scende verso il mare dal sentiero alto che porta alla vedetta Tiziana Weiss, nella zona dei cumuli di pietre di scarto delle vicine cave. Da questo spuntone si vede benissimo il porticciolo di Aurisina. Ma non è esattamente sotto il Belvedere di Aurisina, che si trova circa 500 metri più avanti.



Sotto al Belvedere ci sono ovviamente delle rocce, ma sinceramente non mi sembra una zona dove si può bivaccare.


Inoltre, sempre secondo la guida del Chersi (in una delle tante successive edizioni, io ho una del 1967), sotto il Belvedere "si elevava una formazione rocciosa ardita, se pur non alta: la Gusella di Aurisina. La Gusella dovette essere abbattuta nel 1957 perchè crollante".
In una vecchia cartolina della strada costiera ho trovato un particolare che potrebbe essere la Gusella:



Essendo stata abbattuta, ora non esiste più, ma dalla costiera e dal mare si vede bene la parete rocciosa da cui si elevava.



Aggiornamento:
ho visto che poco sotto il belvedere di Aurisina c'è uno spuntone di roccia, completamente nascosto dalla vegetazione, che potrebbe identificarsi nel bivacco di Dougan.


Inoltre, poco più a est, sotto a quello che originariamente pensavo fosse il bivacco di Miro Dougan (indicato con il toponimo di "TRTUR" nella mappa di OpenStreetMap), esiste un vecchio sentiero che dallo spuntone di roccia scende verso la costiera, una traccia di sentiero composta a tratti da gradini scolpiti nella roccia, quasi dissimulati tra la vegetazione, ma segno chiaro di una vecchia opera dell'uomo.


Non è possibile raggiungere la costiera per vedere dove sbuca, perchè è interrotto dalle reti di protezione anti caduta massi, poco sotto c'è la scarpata artificiale creata come muro laterale della strada statale. Un'antico "sentiero dei pescatori" poco distante da quello attuale?





Citazioni dal testo di Carlo Chersi ex art. 10, comma 1, Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie ed artistiche (ratificata ed eseguita con la L. 20 giugno 1978, n. 399); artt. 65 e 70, Legge 22 aprile 1941, n. 633 (“Legge sul Diritto d’Autore”).

Nessun commento:

Posta un commento